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La cucina italiana diventa patrimonio dell'UNESCO

Nel 2025 la cucina italiana entra nella lista del patrimonio culturale dell’Unesco. Questo significa che non è importante solo per gli italiani, ma per tutto il mondo.

L’Unesco non guarda solo ai piatti famosi, come pizza, pasta o gelato, ma a tutto quello che succede intorno al cibo:

  • la famiglia che si siede a tavola insieme,

  • il pranzo della domenica,

  • il tempo per parlare e mangiare con calma,

  • il rispetto delle stagioni e del territorio,

  • l’idea di non sprecare il cibo.

La cucina italiana è descritta come una “cucina degli affetti”, cucinare è un modo per mostrare amore, per creare legami tra le persone e tra le generazioni.

È anche un grande mosaico: ogni regione, ogni città e persino ogni famiglia ha le sue ricette, le sue tradizioni e i suoi prodotti tipici. Tutti questi piccoli “pezzi” formano insieme la cucina italiana.

In base alla Convenzione del 2003, l’Italia deve proteggere questa pratica culturale con l’aiuto di chi la tiene viva: famiglie, cuochi, produttori, associazioni. Questo vuol dire sostenere la ricerca, l’educazione alimentare, i progetti nelle scuole, i musei del gusto e gli archivi della memoria culinaria.

Ogni sei anni l’Italia deve mandare un rapporto all’Unesco per spiegare come trasmette questa eredità alle nuove generazioni, così che la cucina italiana resti viva anche nel futuro.

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